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NearteNeparte a Feltrosa 2017

Feltrosa…chi è un tessitore, un feltraio, un artista o artigiano del feltro e delle fibre, molto probabilmente saprà di cosa sto per parlare ma io voglio rivolgermi a tutti quelli che non sono tutte queste cose perché è giusto non parlare sempre alle stesse persone ed è giusto che le cose belle siano raccontate a molti e non parlerò di un corso o di un altro ma di quello che rappresenta Feltrosa per me.

Feltrosa, cari amici, è una parola che indica un luogo in cui una volta all’anno (generalmente maggio) tutti quelli pazzi per la lana e le fibre si incontrano. – “E’ un raduno di persone, anzi di feltrai” – direte voi, beh sì tecnicamente, “raduno” è proprio la parola giusta ma il bello non sta nel fatto che delle persone si incontrano ma piuttosto nel fatto che si incontrano: creatività, abilità manuali, curiosità, aspettative, competenze e diciamo anche un pizzico di competitività, quella costruttiva, che non guasta mai.
Feltrosa ha una mamma che l’ha pensata e realizzata, molti anni fa, una fiorentina che sa il fatto suo, Eva Basile che cerca per ogni edizione, una “location” giusta, già, perchè Feltrosa è nomade, girovaga e alla ricerca di un luogo che riesca  ogni volta a creare delle simbiosi tra le attività che si svolgono durante la settimana e la voglia di tutti di conoscersi ed esplorare il territorio….appunto, mica è semplice, ci vuole un luogo magico!

Quest’anno Feltrosa ha fatto tappa a Nazzano ed il mio cuore era colmo di gioia perchè conoscevo già le anse del fiume Tevere su cui il paese laziale si affaccia, la zona umida con rare specie di volatili, paesaggi mozzafiato, un Mueso del Fiume, secondo il mio parere, immeritatamente troppo poco conosciuto e una piccola comunità di artigiani, con l’associazione “Il Sapere delle mani” che con tanta devozione e soprattutto pazienza, cerca in tutti i modi di emergere dalla situazione di piccolo sobborgo di provincia per essere fulcro di una vivace attività artistica ed intellettuale.
 Ecco da quello che ho appena scritto di Nazzano, capirete che andare a Feltrosa non è solo “un raduno” ma un’occasione  per fare un tuffo nelle realtà italiane, pregne di storia e cultura, infatti io consiglierei anche ai non addetti ai lavori di tuffarsi in questo incontro di arte e territorio.
 Conosco Feltrosa dal 2010 ma questa è la seconda edizione a cui partecipo e di sicuro, ripartecipare è come quando fai una cosa per la prima volta poi col senno del poi, ti dici che ti sarebbe piaciuto viverla diversamente. Ecco, quest’anno, ho cercata di viverla diversamente, complice ovviamente il luogo per cui mi sentivo a casa, quest’anno ho voluto godere soprattutto: dei sorrisi, delle mani che lavoravano, degli umori, delle storie, dei tempi e dell’energia di tutti coloro che ho incontrato in quei giorni. Ho ritrovato  persone delle passate edizioni il cui tempo, pare non ci avesse mai separate, ho scorto la fatica e l’orgoglio di essere artigiani nei volti dei rappresentanti del il Sapere delle mani, ho ascoltato storie, ne ho raccontate, ho visto persone cambiate, ho dato un volto a dei nomi, ho guardato in faccia la passione ed ho scoperto che in questa Babele di luogo, ci accomunano molte cose. Ci accomunano le difficoltà per il lavoro, quelle economiche, familiari , ovunque la storia si ripete e la differenza la fa solo come ci si pone davanti a tutto questo. Feltrosa è il luogo degll’incontro per antonomasia, il luogo dove i famosi fili invisibili che legano prima o poi le persone anche lontane, si accorciano. 

La cosa più divertente? Vedere, durante il lavoro collettivo di feltro ad ago il mio “ittiopinnastrus” con i connotati cambiati, la bocca al posto dell’ano e viceversa a dimostrazione di come possono cambiare i punti di vista
Se vuoi sapere cosa è stato questo lavoro collettivo, leggi l’articolo qui 

La cosa più delicata? Lavorare a suon di musica. vi assicuro che è una delle cose più energeticamente vibranti che abbia mai fatto, grazie al dolce e talentuoso marito di Michela Melillo.

Non so Feltrosa l’anno prossimo dove sbarcherà  (spero anche che prima o poi arrivi nelle mie terre partenopee) e se io riuscirò ad approdarci, tuttavia resta una delle manifestazioni italiane che difficilmente dimentichi perchè il popolo di Feltrosa è accogliente e spero non perda mai questa sua caratteristica.

Anna Esposito
info@nearteneparte.net

Sono Anna, feltraia per amore ed educatrice per vocazione. Mi occupo di arte e artigianato tessile trasformando la lana cardata in oggetti per la casa ed accessori.

6 Comments
  • MyFloreschic
    Posted at 10:50h, 02 Giugno Rispondi

    Non sapevo ci fosse una manifestazione simile! Che grande impegno ci deve essere dietro! Far conoscere queste piccole realtà è importante per tutti noi. Bellissimo il fatto che la musica accomoagni il lavoro

  • Carla ,Feltrocreativo
    Posted at 16:14h, 02 Giugno Rispondi

    Ciao, è molto vero tutto quello che hai scritto…contenta anch'io di aver unito dei volti a dei nomi… aver incontrato nuove amiche e salutato le vecchie e aver partecipato con un entusiasmo nuovo

  • nearteneparte
    Posted at 17:52h, 02 Giugno Rispondi

    In generale quando si ritrovano persone con lo stesso interesse avviene sempre una magia ma il potere terapeutico della gioia si trtasmette faciolmente a nche ai non addetti ai lavori e poi scoprire piccole perle italiane non ha prezzo. Grazie. Anna

  • nearteneparte
    Posted at 18:05h, 02 Giugno Rispondi

    Carla, tu e Cecilia siete state la mia bella scoperta! Siete state l'esempio di come sia bello unire i nomi a dei volti e a delle persone. Grazie per il commento. Anna

  • Eva Basile
    Posted at 18:21h, 04 Giugno Rispondi

    Ciao Anna!! No nso se io sia davvero una 'fiorentina che sa il fatto suo'!! Ho delle intuizioni che fortunatamente non sono solo mie e quindi di anno in anno la festa si rinnova.
    Condivido con te sia il fatto che i Mostrilli sono stati la cosa più divertente e creativa di questa edizione, sia l'incanto del violoncello, che, occupata com'ero al piano terreno dell'edificio, non ho potuto ascoltare veramente.
    E poi Napoli… ti ho già scritto: non sarebbe male per niente, occorre convogliare un po' di forze e trovare le situazioni giuste. Infondo in poco più di 4 ore si arriva a Napoli in treno da Milano e ci sono treni intercity notturni a ottimo prezzo. Basta volerlo! Ci si lavora per il 2019???

  • nearteneparte
    Posted at 08:36h, 06 Giugno Rispondi

    Eva stai sul serio valutando l'ipotesi di una Feltrosa partenopea? Eccomi,son pronta ad organizzarmi!

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